No, non è il titolo di un nuovo thriller nelle sale cinematografiche, né la creazione di allarmi eccessivi sui pericoli negli edifici. Ma è un problema da non sottovalutare. Ne hanno parlato in questi giorni molti media locali, sulla spinta del corso di due giornate ‘Risanare gli edifici dal radon‘ che si è tenuto al TIS il 12-13.05.2014. Tra i vari articoli usciti, riporto integralmente quello dello Speciale Edilizia del Corriere del Trentino del 31.05.
Il radon è un gas nobile radioattivo presente soprattutto nelle rocce con presenza di granito e gneiss, quindi in pratica riscontrabile, anche se con valori diversi, in quasi tutto il territorio della nostra regione [Trentino – Alto Adige]. Se inalati, il radon e altri prodotti derivati radioattivi si depositano nei tessuti polmonari e causano un’irradiazione cancerogena, soprattutto nei bronchi. Si infiltra soprattutto nelle cantine e nei pianterreni e costituisce un serio pericolo per la salute: è la seconda causa di tumore polmonare [dopo il fumo, n.d.r.]. Negli edifici dovrebbe dunque essere sempre considerato questo importante fattore ed evitata, nel modo più assoluto, la concentrazione di radon.

In Alto Adige sono numerosi gli edifici che superano il limite di legge per la concentrazione di radon. Le zone maggiormente interessate da questo problema sono la Val Venosta e la Val Pusteria, ma anche in altri comuni si registrano casi critici. Talvolta il superamento è addirittura provocato dall’intervento di risanamento energetico dell’edificio, che per via della migliore tenuta all’aria, trattiene anche maggiori quantità di radon. Ogni edificio costituisce comunque un caso a sé stante, è possibile che due edifici adiacenti e di simile costruzione presentino concentrazioni diverse. Presa consapevolezza del problema è necessario intervenire con la bonifica, ma questi complessi progetti devono essere realizzati da professionisti specificamente preparati ad affrontare il tema. Nonostante la conoscenza e la documentazione su questo argomento fino ad oggi mancava ancora un’informazione diffusa e la formazione specifica. Finora c’era una forte carenza di professionisti competenti che sapessero procedere correttamente alla bonifica degli edifici in cui si riscontra la presenza di questo pericoloso gas naturale […].

La situazione viene monitorata e seguita da anni da parte del Laboratorio di chimica fisica dell’Agenzia per l’Ambiente della Provincia di Bolzano. Nell’ambito del Gruppo di Lavoro ‘Qualità dell’aria e dell’ambiente indoor’ gestito dal Cluster Edilizia del TIS, si è così organizzato un corso ad hoc per formare degli esperti. Il corso di due giorni, organizzato con l‘Ordine degli Architetti della Provincia di Bolzano, il Laboratorio Provinciale di chimica fisica, il Centro competenza radon della SUPSI (CH) e gli esperti del Gruppo di Lavoro, ha così fornito nozioni, metodi ed esperienze utili a quindici tra architetti, geometri, tecnici ed ingegneri del settore pubblico e privato [Speciale Edilizia, Corriere TN 31.05.2014].
L’importanza del risanamento dal radon è riconosciuta anche dalle certificazioni di sostenibilità degli edifici. E’ ad esempio uno dei requisiti di CasaClima Nature, che richiede una concentrazione di gas radon Rn-222 all’interno degli ambienti <200 Bq/m3 (Bq=bequerel) per edifici nuovi e <400 Bq/m3 per edifici esistenti. La certificazione GBC Home di Green Building Council Italia tiene conto del radon nel prerequisito 3 (i prerequisiti sono necessari per la certificazione) della sezione Qualità ambientale Interna (QI) – Ridurre l’esposizione al gas radon per gli occupanti dell’edificio – e nel credito QI 8 (protezione avanzata dal radon).
Radon: si apre la strada ad una nuova professione per i tecnici locali? …
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