Il 3 luglio 1995 Alexander Langer si toglieva la vita. Sono passati oggi vent’anni e appare ancora così lucida la testimonianza che ci ha lasciato su molti temi del vivere comune, trai quali due sono diventati così drammatici: la pace, la convivenza, i diritti umani da una parte, la difesa dell’ambiente dall’altra. Se anticipare vuol dire innovare, Langer è stato in questo senso un grande innovatore. Fu “costruttore di ponti” (Die Brücke, il Ponte, era il nome della rivista mensile fondata nel 1967 da Langer con Siegfried Stuffer e Josef Schmid) e la sua formazione culturale (anche linguistica) e politica così trasversale, lo testimoniano.
Lasciamo un attimo da parte il suo concetto di Europa; fu un attivo parlamentare, nel senso più nobile del lavoro, instancabile promotore di iniziative condotte grazie alla stima e la fiducia “trasversali” che seppe guadagnare. Sulla sostenibilità e il rapporto con l’ambiente, le sue frasi suonano ancora oggi clamorosamente epifaniche.
- “Molti dei nostri comportamenti non sono eticamente accettabili perché non sono moltiplicabili per cinque miliardi.”
- “In una società dove tutto è diventato merce, e dove chi ha soldi può comperare e stare meglio, occorre la riabilitazione del «gratuito», di ciò che si può usare ma non comperare.”
- “I rifiuti mandano un doppio crudele messaggio: ci dicono che le cose vengono usate con economica brutalità, senza comprensione e sintonia, e che tutto ciò che non conserva l’abbagliante luccichio del ‘nuovo di zecca’ è semplicemente da buttare: che terribile oracolo: l’usa e getta come canone fondamentale della nostra società!”
- “Le cause dell’emergenza ecologica non risalgono a una cricca dittatoriale di congiurati assetati di profitto e di distruzione, bensì ricevono quotidianamente un massiccio e pressoché plebiscitario consenso di popolo.”
- “Se non si radica una concezione alternativa e se non si cerca in quella prospettiva il nuovo benessere, nessun singolo provvedimento, per quanto razionale, sarà al riparo dall’essere ostinatamente osteggiato, eluso o semplicemente disatteso.”
- “E’ una società di persone sole, di consumatori bulimici, di spettatori assuefatti, dagli orizzonti corti e frammentati.”
- “Da qualche secolo e in rapido crescendo si produce falsa ricchezza per sfuggire a false povertà.”
La ricorrenza dei vent’anni dalla scomparsa di Langer mi sembra passare un po’ in secondo piano, fatta eccezione per qualche ricordo ed evento, come la presentazione del libro di Marco Boato Alexander Langer. Costruttore di ponti il 6 luglio 2015 alle 18:00 presso la Libreria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. Per questo motivo mi fa piacere ricordare la serata organizzata lo scorso 22.05.2015 presso il Punto Lettura di Sarnonico (Trento) nell’ambito del programma “Franchi dialoghi 2015“: “Incontro con la Fondazione Alexander Langer Stiftung” con la proiezione del film documentario “Alexander Langer: l’utopia concreta” di Cristina Fratelloni, del 2013, per “La Storia siamo noi” (che potete rivedere in streaming qui di seguito) e la presenza di Edi Rabini della Fondazione Langer.
La Fondazione Alexander Langer Stiftung è nata nel 1999 grazie al contributo di numerose persone, associazioni e istituzioni, allo scopo di sostenere gruppi e persone che con la loro opera contribuiscono a mantenere viva l’eredità del pensiero di Langer e perseguono il suo impegno civile, culturale e politico.
Alexander Langer (22 February 1946 – 3 July 1995) was a journalist, peace activist, politician, translator and teacher. Born on 22 February 1946 in Sterzing, South Tyrol, a province of Italy inhabited by a German-speaking population, he became involved early on in local political issues, which at the time centered on the interethnic relations in the region, which after two world wars and decades of tensions and terrorism were very tense […]