Non siamo tutti uguali. Lo dice la carbon footprint.

2013_09_13 immagine 03Lo spunto per parlare di carbon footprint è questa bella infografica realizzata dallo studio Stanford Kay. Originariamente concepita per l’edizione internazionale di Newsweek, questa immagine è stata pubblicata sul numero di aprile del mensile Atlantic. L’immagine è composta da cerchi la cui dimensione si riferisce alle emissioni di gas serra di ogni nazione, con un colore corrispondente al continente. La versione finale di questa infografica riporta invece una seconda carbon footprint relativa alle emissioni pro capite. In questo caso la ‘classifica’ cambia; al primo posto Gibilterra seguita dalle Isole Vergini. Gli USA sono al 12° posto mentre la Cina scende verso la parte bassa della lista a causa della sua enorme popolazione. Risulta che le nazioni che non crescono o producono poco hanno l’impronta più alta perché sono costrette a importare quasi tutto ciò di cui hanno bisogno.

2013_09_13 immagine 06La carbon footprint è una misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un’organizzazione o un servizio. In conformità al Protocollo di Kyoto, i gas ad effetto serra da includere sono: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido d’azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFCs), esafluoruro di zolfo (SF6) e perfluorocarburi (PFCs). La tCO2e (tonnellate di CO2 equivalente) permette di esprimere l’effetto serra prodotto da questi gas in riferimento all’effetto serra prodotto dalla CO2, considerato pari a 1 (ad esempio il metano ha un potenziale serra 25 volte superiore rispetto alla CO2, e per questo una tonnellata di metano viene contabilizzata come 25 tonnellate di CO2 equivalente).

2013_09_13 immagine 07La misurazione della carbon footprint di un prodotto o di un processo richiede in particolare l’individuazione e la quantificazione dei consumi di materie prime e di energia nelle fasi selezionate del ciclo di vita dello stesso. A questo proposito l’esperienza degli ultimi anni suggerisce che il label di carbon footprint è percepito dai consumatori come un indice di qualità e sostenibilità delle imprese. Le aziende, oltre a condurre l’analisi e la contabilizzazione delle emissioni di CO2, si impegnano a definire un sistema di carbon management finalizzato all’identificazione e realizzazione di quegli interventi di riduzione delle emissioni, economicamente efficienti, che utilizzano tecnologie a basso contenuto di carbonio. Le misure di riduzione possono essere integrate dalle misure per la neutralizzazione delle emissioni (carbon neutrality), realizzabili attraverso attività che mirano a compensare le emissioni con misure equivalenti volte a ridurle con azioni economicamente più efficienti o più spendibili in termini di immagine (es. piantumazione di alberi, produzione di energia rinnovabile, etc.). [dal sito del Ministero dell’Ambiente].

2013_09_13 immagine 04La specifica tecnica ISO/TS 14067Greenhouse gases – Carbon footprint of products – Requirements and guidelines for quantification and communication” – recentemente pubblicata da ISO e per cui è in corso l’iter di adozione come norma nazionale UNI – definisce i principi, i requisiti e le linee guida per il calcolo dell’impronta climatica dei prodotti, in collaborazione con le norme sulla valutazione del ciclo di vita (UNI EN ISO 14040 e 14044) e sulle etichette e dichiarazioni ambientali (UNI EN ISO 14020, 14024 e 14025). Dopo l’incontro di presentazione del 16.07.2013, UNI organizza per il prossimo 18.09.2013, un corso finalizzato a trasmettere le basi tecniche e normative della carbon footprint di prodotto (CFP). Saranno esaminate le sfide e le opportunità legate all’applicazione della CFP, analizzando il panorama dello stato dell’arte internazionale ed approfondendo gli aspetti legati alla parte di comunicazione. Al termine del corso il partecipante dovrà essere in grado di valutare la complessità dello sviluppo della CFP per i propri prodotti e le opportunità legate al proprio mercato di riferimento.

2013_09_13 immagine 01Un altro prossimo evento importante sulla tematica è la presenza di Ron Dembo all’Innovation Festival di Bolzano. Ron Dembo è fondatore e CEO di Zerofootprint, Toronto (CAN).

2013_09_13 immagine 02Zerofootprint punta a ridurre il più possibile l’impronta ecologica attraverso l’impiego delle tecnologie mentre la fondazione omonima supporta in tutto il mondo città, comuni e provincie nella loro lotta contro i cambiamenti climatici. Dembo parlerà di come ridurre l’impronta ecologica il giorno 26 settembre dalle 19:30 alle 21:oo presso la Casa della Cultura, in Via Crispi a Bolzano.

EDA_132*185_capitolo_2livelliConsiglio inoltre di leggere ‘Carbon footprint. Calcolare e comunicare l’impatto dei prodotti sul clima’ di Daniele Pernigotti. Aggiornato, completo e interessante anche per capire le dinamiche che stanno dietro lo sviluppo delle norme internazionali.

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