Da tempo ho smesso. Di fare brainstorming. Sì, e ora, a 76 anni dall’invenzione del metodo, da parte del pubblicitario Alex Osborn, co-fondatore dell’agenzia BBDO (una delle agenzie pubblicitarie più importanti al mondo), lo dice anche uno studio dell’Università del Minnesota (e lo racconta Massimo Sideri sul Corriere della Sera del 22.08.2015) che il brainstorming è uno spreco di tempo e di risorse.
Cos’è che non funziona nel brainstorming? Beh, intanto, cos’è il brainstorming. Le regole sono semplici: il leader di un gruppo pone un problema e ognuno deve cercare soluzioni liberamente. È assolutamente vietato criticare o polemizzare sulle idee altrui, anche quelle più strampalate e bizzarre. Ma cos’hanno fatto i ricercatori del Minnesota? Hanno usato come cavie i dipendenti della società 3M, alcuni hanno lavorato in gruppo, altri da soli e in tutti i casi 4 persone che avevano lavorato in maniera isolata hanno prodotto dal 30 al 40% di idee in più rispetto ai gruppi. Peggio: secondo dei giudici indipendenti si trattava anche delle soluzioni migliori.

Una spiegazione c’è e si chiama gerarchia: il brainstorming si fonda su un’utopia e cioè che chiusi in una stanza i dipendenti si dimentichino di chi è il capo, chi il vicecapo e così via. Quando una persona può influenzare la tua carriera e il tuo stipendio è difficile contrapporre delle soluzioni invece di sviluppare ciò che arriva come suggerimento dall’alto. Forse potrebbe funzionare in una delle nuove società di Internet dove non si capisce mai chi sia a comandare 😉
Se volete approfondire, qui trovate l’articolo di Massimo Sideri.