… se noi la salveremo.
Di ritorno da un’escursione sulle mie amate Maddalene, piena di buone idee e momenti di semplice felicità, sono ancora e più che mai convinto che la montagna continui ad offrirci un paradigma da seguire per salvarci da un modello di sviluppo dissennato.

Anche l’economia delle malghe viene continuamente influenzata e minacciata dallo sviluppo competitivo. Sussiste il pericolo che i pascoli alpini vengano sfruttati solo più estensivamente o per niente. La conseguenza sarebbe una drastica riduzione della loro superficie a seguito dell’imboschimento e della invasione degli arbusti. La molteplicità degli ecosistemi a lungo termine andrebbe persa.
Le misure per il mantenimento sono: la pulizia dei pascoli e gli incentivi. L’amministrazione forestale provvede in maniera prudente a decespugliare i pascoli invasi. Questo lavoro viene eseguito senza danneggiare il terreno, conservando così il fascino paesaggistico dei pascoli alpini. Mediante una pluralità di aiuti, le infrastrutture delle malghe vengono mantenute: risanamento delle baite, stalle degli alpeggi, approvvigionamento idrico ed elettrico, recinti e strade di accesso.
Grazie al sostegno mirato della politica in Alto Adige, negli ultimi trent’anni non è stata abbandonata quasi nessuna delle 1.733 malghe. Già da molto tempo vengono “monticati” (monticazione = trasferimento delle mandrie all’alpeggio) circa 95.000 bovini, sgravando così, durante l’estate, i masi di montagna. Mentre le malghe trentine sono prevalentemente di proprietà pubblica, il 91% delle malghe sudtirolesi appartengono a persone fisiche o ad associazioni private.
Nella foto: un esempio di economia semplice che si basa sull’uso responsabile delle risorse e sulla fiducia tra le persone. Non serve altro dopo una faticosa camminata 🙂
Auch die Almwirtschaft wird von der ständigen wirtschaftlichen Konkurrenzentwicklung beeinflusst und bedroht. Es besteht die Gefahr, dass die Almweiden nur mehr extensiv oder überhaupt nicht mehr genutzt werden. Eine drastische Flächenverminderung durch Verwaldung und Verstrauchung wäre die Folge. Die Vielfalt der Lebensräume würde langfristig verloren gehen.
Die Maßnahmen zur Erhaltung sind: die Weideräumungen und die Förderungsmaßnahmen. In einer schonenden Art und Weise werden von der Forstverwaltung verstrauchte Weideflächen freigeräumt. Dies erfolgt ohne dabei den Boden zu verletzen. Der landschaftliche Reiz der Almweiden bleibt somit erhalten. Durch eine Vielzahl an Förderungen werden die Infrastrukturen der Almen erhalten: Erneuerung von Almhütten, Almställen, Wasser- und Stromversorgung, Weidezäune, Erschließungswege, usw.

Aufgrund gezielter Unterstützung seitens der Politik wurde in Südtirol in den letzten 30 Jahren fast keine der 1733 Almen aufgelassen. Seit Jahren werden jährlich rund 95.000 Rinder aufgetrieben. Damit können im Sommer die Bergbauernhöfe entsprechend entlastet werden. Während die italienischen Almen vorwiegend in öffentlichen Besitz sind, gehören 91% der deutschen Almen Privatpersonen oder privaten Körperschaften.
Le Maddalene
La catena delle Maddalene chiude la Val di Non a settentrione. Il Gruppo delle Maddalene, può essere definito “la montagna più dolce” della Val di Non; nonostante la vicinanza con il gruppo Ortles Cevedale e quello dell’Adamello-Brenta, infatti questi rilievi superano raramente i 2700 metri e pertanto sono caratterizzati da un ambiente estremamente suggestivo fatto di verdi pascoli e malghe d’alpeggio. In estate sono il teatro ideale per il trekking e il nordic walking, mentre in inverno diventano la patria delle escursioni con le ciaspole e lo scialpinismo.
Anello con salita alla Cima Cornicoletto, Belmonte e Vedetta Alta nel gruppo delle Maddalene
Escursione di un’intera giornata dalle grandi soddisfazioni che si svolge interamente in quota e attraverso le più belle cime e creste della selvaggia catena montuosa delle Maddalene, al confine con Trentino e Alto Adige. Avvincente escursione ad anello da svolgere nell’arco di un’intera giornata che concatena tre famose cime del gruppo delle Maddalene: Cima Cornicoletto, Cima Belmonte e Cima Vedetta Alta. L’escursione non comporta particolari difficoltà tecniche se non la confidenza con l’ambiente di alta montagna e con sentieri e creste esposte. Scendendo dalla Cima Vedetta Alta è consigliata una pausa presso una delle tre malghe che si incontrano lungo il rientro: Malga Kessel, Malga di Revò e Malga di Cloz. L’itinerario è sempre ben segnalato, l’unico tratto senza segnaletica a terra ma dalla traccia evidente è tra Cima Cornicoletto e Cima Belmonte [fonte: visittrentino.it]
Die Magdalener Berge
Die Kette der Magdalener Trentino Berge, die das Val di Non gen Norden hin abschließt, gilt als „das lieblichste Gebirge“ im Val di Non. Trotz ihrer Nähe zur Ortler-Cevedale- und zur Adamello-Brenta-Gruppe überragen diese Erhebungen nur selten die 2700-Meter-Marke und sind durch eine besonders stimmungsvolle Landschaft mit grünen Weiden und Almen geprägt. Im Sommer eignet sich das Gebiet vorzüglich zum Trekking oder Nordic Walking, während man hier im Winter Ausflüge mit den Schneeschuhen oder Skitouren unternehmen kann.
Rundwanderung mit Besteigung des Kornigls, der Schöngrub und der Ultner Hochwart in den Magdalener Bergen
Erlebnisreiche Tagestour, die die schönsten Gipfel und Grate der wilden Magdalener Berge an der Grenze zwischen dem Trentino und Südtirol verbindet.
Eindrucksvolle Rundwanderung, für die man einen gesamten Tag einplanen sollte. Die Tour verbindet drei berühmte Gipfel der Magdalener Berge: den Kornigl, die Schöngrub und die Ultner Hochwart. Die Wanderung weist keine besonderen technischen Schwierigkeiten auf, jedoch sollte man mit der alpinen Umgebung, alpinen Wanderwegen und ausgesetzten Graten vertraut sein. Beim Abstieg von der Ultner Hochwart empfiehlt sich eine Rast auf einer der drei Almen, an denen man auf dem Rückweg vorbeikommt: Kesselalm, Rawauer Alm und Clozner Alm. Der Weg ist stets gut ausgeschildert; der einzige Abschnitt ohne Beschilderung aber mit gut erkennbaren Spuren ist zwischen Kornigl und Schöngrub [Quelle: visittrentino.it/de]