Il rasoio di Occam. Riduzionismo e complessità.

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Pluralitas non est ponenda sine necessitate.

Analizza il sistema, non accontentarti delle sue parti. In epistemologia il termine riduzionismo rispetto a qualsiasi scienza sostiene invece che gli enti, le metodologie o i concetti di tale scienza debbano essere ridotti al minimo sufficiente a spiegare i fatti della teoria in questione. In questo senso il riduzionismo può essere inteso come un’applicazione del cosiddetto ‘rasoio di Occam‘ (o ‘principio di economia’), secondo cui non bisogna aumentare senza necessità le entità coinvolte nella spiegazione di un fenomeno. Tale principio, ritenuto alla base del pensiero scientifico moderno, nella sua forma più immediata suggerisce l’inutilità di formulare più teorie di quelle che siano strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno: il rasoio di Occam ‘taglia’ ovvero impone di evitare cioè ipotesi aggiuntive, quando quelle iniziali sono sufficienti. Se una teoria funziona è inutile aggiungere una nuova ipotesi. Obiezioni a queste tendenze riduzioniste sono state sollevate da studiosi dei più diversi ambiti, compresi molti moderni fisici delle particelle, fisici dello stato solido, chimici, biologi. Mentre il modello standard non viene discusso, si sostiene che le proprietà delle particelle elementari non sono più fondamentali delle proprietà emergenti di atomi e molecole, e specialmente di insiemi di queste ultime statisticamente grandi. Queste critiche sostengono che anche una conoscenza completa delle particelle elementari sottostanti, non produrrà una conoscenza completa della natura, conoscenza che, all’atto pratico, è più importante [fonte: Wikipedia].

2013_06_21 immagine 03A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire‘ diceva quindi Guglielmo di Occam (Ockham, 1288 – Monaco di Baviera, 1349). Contro il ‘reductionism‘ si schiera anche l’approccio di The Natural Step, superando la metafora del ‘drill hole‘. Nell’affrontare un problema complesso (esempio: di sostenibilità globale) scienziati e accademici analizzano, ognuno per conto proprio, sempre più in profondità il problema nella loro rispettiva area di expertise. E’ come se ognuno di loro ‘scavasse un buco’ sempre più profondo, ma questi fori non fossero comunicanti. Insomma, grande specializzazione, ma grande difficoltà di comunicazione per l’assenza di una visione sistemica e integrata del problema. Questo paradosso è cruciale nel momento in cui si lavora per integrare la conoscenza scientifica in una metodologia di pianificazione della sostenibilità.

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Image: BTH

Analogamente è importante analizzare le sfide per la sostenibilità, secondo l’adeguato livello di dettaglio. Se l’analisi è troppo ampia, chi pianifica non ha le informazioni sufficienti per prendere buone decisioni. D’altra parte, se l’analisi è troppo dettagliata, chi pianifica le strategie per la sostenibilità rischia di perdersi nei dettagli e smarrire l’obiettivo finale. E’ la debolezza strategica del riduzionismo, per il quale se ogni dettaglio in un sistema è studiato scrupolosamente, ciò sarà sufficiente per comprendere l’intero sistema e il suo funzionamento. Ma l’insieme è più grande e complesso della somma delle sue singole parti ! Per un sistema complesso, come la società all’interno della biosfera, è impossibile descrivere tutti i dettagli del sistema. Per questo motivo la definizione di successo per la sostenibilità (il secondo livello, dopo la definizione del sistema, nel ‘framework‘ teorizzato da TNS) deve essere basata sulla comprensione della conoscenza scientifica a livello dei principi fondamentali (‘system thinking‘). E’ una prospettiva ‘a volo di uccello’ che supera il riduzionismo, che non va vista come un’alternativa a livelli di maggiore dettaglio ma che al contrario ne consente un migliore impiego. Utilizzando la metafora degli scacchi, capire le regole fondamentali del gioco non è una semplificazione schematica ma è invece un prerequisito per comprendere anche i livelli più alti e sofisticati del gioco. E allora, tornando agli scienziati di prima, è da incoraggiare la collaborazione tra esperti dei vari settori. Mentre possono discutere all’infinito sui risultati scaturiti dalle rispettive discipline, è difficile che non siano d’accordo sui princìpi di base; lavorando insieme possono sviluppare una nuova conoscenza interdisciplinare, condivisa mettendo a prova comune le rispettive conclusioni. E’ questo un approccio allo sviluppo strategico sostenibile che promette di avere ben più alte probabilità di successo.

[Adattato da ‘The Framework for Strategic Sustainable Development‘, Karl-Henrik Robèrt et al., BTH-The Natural Step, 2010].

Reductionism: a certain way of thinking about the system, advances the notion that if every detail in a system is studied with scrupolous care, the entire system will eventually be understood.

vs

System thinking: the organized study os systems, their feedbacks, and their behaviour as a whole.

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