L’arcipelago dei fondi UE per la ricerca e l’innovazione.
Quello dei finanziamenti per la ricerca e l’innovazione, soprattutto a livello europeo ma anche nazionale e regionale, è un vero e proprio arcipelago dove è facile perdersi. Ecco di seguito una mappa sintetica dei principali programmi e “framework” europei 2014-2020.
Horizon 2020
Horizon 2020 (H2020) è il Programma Quadro dell’Unione Europea (UE) per la ricerca e l’innovazione relativo al periodo 2014-2020. I Programmi Quadro, di durata settennale, sono il principale strumento con cui l’Unione Europa (UE) finanzia la ricerca in Europa.
Horizon 2020 unifica in un unico strumento finanziario tre programmi precedenti (2007-2013) finalizzati a supportare la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico: il Settimo Programma Quadro (7PQ), il Programma Quadro per la Competitività e l’Innovazione (CIP) e l’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT). La sua elaborazione è stata avviata nel 2011, quando i capi di Stato e di governo della UE hanno invitato la Commissione europea, per il periodo 2014-2020, a integrare in un quadro strategico comune i diversi strumenti dedicati a sostenere la ricerca e l’innovazione. La Commissione ha avviato così un’ampia consultazione che ha coinvolto tutti gli attori principali in tema di ricerca e ha portato all’istituzione del Programma.
Lo scopo di Horizon 2020 è sostenere la ricerca e l’innovazione: uno dei cinque obiettivi principali a cui mira Europa 2020, la strategia dell’Unione Europea per il decennio 2010-2020. In linea con questa Strategia, H2020 si propone di contribuire, in particolare, alla realizzazione di una società basata sulla conoscenza e sull’innovazione, orientata verso le grandi priorità indicate dall’Agenda europea per il 2020: crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. [fonte. MIUR]
Portale per i partecipanti
H2020 (english)

Alpine Space
Il Programma Spazio Alpino 2014-2020 è un Programma transnazionale di “Cooperazione Territoriale Europea” e, assieme ad altri 15 Programmi, contribuisce al miglioramento della cooperazione tra le regioni europee.
In questo Programma, attori nazionali, regionali e locali, collaborano a livello transnazionale in diversi progetti, con una visione comune: supportare uno sviluppo regionale sostenibile nella regione Alpina. Contribuendo alla strategia EU 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, fornisce agli stakeholder un contesto per sviluppare, testare, implementare e coordinare nuove idee.
Il programma interessa un’area di quasi 450.000 km quadrati e una popolazione di circa 70 milioni di persone, rappresentando una delle regioni più diversificate d’Europa. Spazio Alpino si occupa di:
- coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione Europea
- crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (EU 2020)
- sviluppo e cambiamento della regione alpina
A partire dall’analisi dei bisogni del sistema economico e sociale dello Spazio Alpino e della rilevanza del livello transnazionale, la strategia di intervento del Programma è stata concepita concentrando le risorse su 4 degli 11 obiettivi tematici proposti dai regolamenti europei che sono stati a loro volta articolati nelle seguenti 4 Priorità:
- Asse 1 – SPAZIO ALPINO INNOVATIVO
- Asse 2 – SPAZIO ALPINO A BASSE EMISSIONI DI CARBONIO
- Asse 3 – SPAZIO ALPINO VIVIBILE
- Asse 4 – SPAZIO ALPINO BEN GOVERNATO
[fonte: sito web Alpine Space]
Alpine Space (home page)

Central Europe
Il programma CENTRAL EUROPE supporta la cooperazione regionale tra i Paesi dell’Europa centrale nel periodo di programmazione 2014-2020, in particolare tra le regioni dei 9 Stati dell’Europa centrale coinvolti: Austria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Ungheria, Regioni orientali della Germania, e Regioni settentrionali dell’Italia.
Il programma CENTRAL EUROPE 2020 ha individuato quattro obiettivi tematici per le priorità di investimento.
- Collaborare sull’innovazione per rendere l’Europa centrale più competitiva: i progetti saranno volti a maggiori investimenti nel campo della ricerca, innovazione e istruzione affrontando le disparità regionali in tema di conoscenza ed istruzione.
- Cooperare sulle strategie per la riduzione delle emissioni di carbonio in Europa centrale: i progetti dovranno favorire l’uso di energie rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica creando l’opportunità di nuovi posti di lavoro nel settore low-carbon.
- Cooperare sulle risorse naturali e culturali per una crescita sostenibile in Europa centrale: i progetti dovranno favorire la protezione e gestione del patrimonio naturale e culturale, sempre più vulnerabili alle pressioni ambientali ed economiche.
- Cooperare sul trasporto per collegare meglio l’Europa centrale: i progetti mirano a migliorare i collegamenti delle regioni e delle città alle reti di trasporto europee e rafforzare il trasporto passeggeri e merci sviluppando e rafforzando sistemi di trasporto eco-compatibili [fonte: Regione Lombardia]
Central Europe (home page)
COST (Cooperation europeenne dans le domaine de la recherche Scientifique et Technique)
L’iniziativa COST è nata nel 1971 come quadro intergovernativo di cooperazione europea nella ricerca scientifica e tecnologica. Il finanziamento COST avviene tramite progetti, detti Azioni (Action), ciascuna delle quali dura quattro anni.
In totale ci sono 36 Stati Membri COST:
- 35 Stati Membri: Austria, Belgio, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malta, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria, Turchia e Regno Unito.
- 1 Stato Cooperante: Israele.
Questa tipologia di coordinamento serve in particolare per favorire lo sviluppo di ricerche di base e pre-competitive, che difficilmente possono accedere ad altre modalità di finanziamento europeo. E’ importante osservare che il COST finanzia esclusivamente il coordinamento di ricerche nazionali e che non finanzia l’attività di ricerca in sé: i fondi COST possono aiutare a sostenere spese di mobilità dei partecipanti alle Azioni, ma non eventuali costi della ricerca; per esempio non prevedono l’acquisto di materiale sperimentale e non possono essere utilizzati per l’assunzione di personale.
In generale, il singolo ricercatore non può rivolgersi al COST per ottenere direttamente un finanziamento, ma può trovare una rete di colleghi che collabori allo sviluppo di un progetto comune da sottomettere in una area tematica (Domain), esclusivamente tramite l’interfaccia informatica del sito COST, dapprima in forma preliminare e, previa una valutazione positiva, in forma estesa.
I progetti approvati diventano Action e i loro obiettivi sono definiti in un Memorandum of understanding, firmato dai Governi dei Paesi coinvolti. Sono previste due scadenze annuali per la sottomissione dei progetti e per la loro valutazione: una in primavera ed una in autunno [fonte: sito web MIUR]
COST (home page)
FSE (Fondo Sociale Europeo)
Il Fondo sociale europeo (FSE) è il principale strumento utilizzato dall’UE per sostenere l’occupazione, aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti. A questo fine, l’FSE investe nel capitale umano dell’Europa: i lavoratori, i giovani e chi è alla ricerca di un lavoro. Grazie a una dotazione di 10 miliardi di euro l’anno, l’FSE aumenta le prospettive occupazionali di milioni di cittadini europei, prestando particolare attenzione a chi incontra maggiori difficoltà a trovare lavoro.
Il Fondo Sociale Europeo è istituito dal Trattato sul Funzionamento dell´Unione Europea all´art. 162, il quale prevede che: “per migliorare le possibilità di occupazione dei lavoratori nell’ambito del mercato interno e contribuire così al miglioramento del tenore di vita, è istituito un Fondo Sociale europeo che ha l’obiettivo di promuovere all’interno dell’Unione le possibilità di occupazione e la mobilità geografica e professionale dei lavoratori, nonché di facilitare l’adeguamento alle trasformazioni industriali e ai cambiamenti dei sistemi di produzione, in particolare attraverso la formazione e la riconversione professionale” [fonte: sito web Ripartizione Europa, Provincia Autonoma di Bolzano].
FSE (home page)

FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale)
Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) è uno dei fondi strutturali dell’Unione europea. È lo strumento principale della sua politica regionale ed è gestito dal Commissario europeo per la Politica Regionale
Il FESR concentra gli investimenti su diverse aree prioritarie chiave. Tale approccio assume il nome di «concentrazione tematica»:
- innovazione e ricerca;
- agenda digitale;
- sostegno alle piccole e medie imprese (PMI);
- economia a basse emissioni di carbonio.
Le risorse FESR stanziate a favore di tali priorità dipendono dalla categoria di regione:
- nelle regioni più sviluppate almeno l’80 % dei fondi deve concentrarsi su almeno due priorità;
- nelle regioni in transizione la concentrazione concerne il 60 % dei fondi;
- nelle regioni in ritardo di sviluppo la concentrazione concerne il 50 % dei fondi.
Alcune risorse FESR, inoltre, devono essere specificamente destinate a progetti attinenti all’economia a basse emissioni di carbonio:
- regioni più sviluppate: 20 %;
- regioni in transizione: 15 %;
- regioni in ritardo di sviluppo: 12 %.
Il FESR riserva particolare attenzione alle specificità territoriali. La sua azione mira a ridurre i problemi economici, ambientali e sociali che affliggono le aree urbane, investendo principalmente nello sviluppo urbano sostenibile. Almeno il 5 % delle risorse FESR è destinato alle specificità territoriali mediante le «azioni integrate» gestite dalle città.
Le aree svantaggiate dal punto di vista geografico (in quanto isolate, montagnose o a scarsa densità demografica) ricevono un trattamento particolare. Le aree più periferiche, infine, godono di specifici aiuti economici da parte del FESR per far fronte agli eventuali svantaggi derivanti dalle condizioni di lontananza [fonte: portale InfoRegio Commissione Europea].
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Interreg Italia – Austria
Interreg V-A Italia – Austria fa parte dei programmi di cooperazione territoriale europea per il periodo 2014-2020. Il programma promuove lo sviluppo equilibrato e sostenibile e l’integrazione armoniosa nell’area di confine tra Italia e Austria. Il programma è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e da contributi pubblici nazionali per un totale di 98 milioni di euro.
Con questi fondi, il programma promuove progetti di cooperazione italiana-austriaca nel campo della ricerca e innovazione, natura e la cultura, espansione delle competenze istituzionali e lo sviluppo regionale a livello locale.
Scopo principale del programma è il rafforzamento della cooperazione territoriale e il mantenimento della qualità della vita e della competitività nell’area di confine tra Italia e Austria. Tali obiettivi saranno raggiunti attraverso azioni mirate a superare le barriere date ai confini, alla creazione di nuove sinergie transfrontaliere, all’incremento dell’attrattività dei territori, alla crescita regionale in un’ottica sostenibile e al raggiungimento di alti livelli di termini di occupazione, produttività e coesione sociale.
La strategia del PC Interreg V-A Italia-Austria ha scelto quattro assi tematici, ovvero assi prioritari (PA), nell’ambito del quale il PC sosterrà progetti transfrontalieri nei prossimi 7 anni. Ogni PA è diviso in una (o più) priorità di investimento (IP), che definisce l’orientamento del PA e per ciascuno dei quali è stato definito un obiettivo specifico
- Ricerca e innovazione
- Natura e cultura
- Istituzioni
- Sviluppo regionale a livello locale (CLLD)
[fonte: sito web Interreg IT-AU]
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Interreg Italia – Svizzera
Il Programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera 2014-2020 contribuisce a conseguire gli obiettivi della Strategia Europa 2020 in linea con i Regolamenti comunitari e la Nuova Politica regionale svizzera (NPR), individuando i bisogni comuni ai due versanti della frontiera in ordine a: obiettivi, priorità, risultati attesi, azioni.
La strategia di Programma si declina in 5 Assi, oltre quello dedicato all’Assistenza tecnica, che rispecchiano gli ambiti di intervento in cui la collaborazione tra gli attori dei due versanti della frontiera è in grado di apportare un significativo valore aggiunto nei due Paesi:
- Asse 1 Competitività delle imprese
- Asse 2 Valorizzazione del patrimonio naturale e culturale
- Asse 3 Mobilità integrata e sostenibile
- Asse 4 Servizi per l’integrazione delle comunità
- Asse 5 Rafforzamento della governance transfrontaliera
- Asse 6 Assistenza tecnica
L’area di Programma costituisce una delle frontiere esterne dell’Unione Europea ed è situata in posizione strategica sia rispetto al continente europeo nel suo insieme sia alle aree di cooperazione transnazionale del Mediterraneo, del Centro Europa e dello Spazio Alpino.
La dotazione finanziaria di Programma ammonta a € 158.435.912,00 di cui € 100.221.466 a valere sul FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) da parte dell’Unione europea, € 17.686.145,00 di parte nazionale e di € 40.528.301,00 (pari a 42.960.000 CHF) da parte della Confederazione svizzera (dei quali CHF 21.480.000,00 di finanziamento federale e cantonale) [fonte: sito web Interreg IT-CH].
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Legge provinciale di Bolzano 13 dicembre 2006, n. 14 ”Ricerca e innovazione”
La legge provinciale 13 dicembre 2006, n. 14 “Ricerca e innovazione” stabilisce i presupposti per un finanziamento mirato e pluriennale della ricerca scientifica, di base e applicata.
La legge
- definisce il sistema provinciale della ricerca scientifica e dell’innovazione,
- disciplina gli strumenti di programmazione, promozione e monitoraggio della Provincia nell’ambito della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico,
- disciplina l’ambito delle attività meritevoli di essere sostenute e definisce i soggetti ammissibili,
- individua le risorse finanziarie necessarie per il conseguimento delle finalità della presente legge.
[fonte: portale web Provincia Autonoma di Bolzano]
LP 14/2006 Provincia di Bolzano – Innovazione (home page)
Guida ai finanziamenti UE (2017)
Carlo Battisti è ingegnere civile e Project Manager certificato IPMA®. Dal 2009 si occupa di progetti di innovazione sostenibile nel settore delle costruzioni, soprattutto come consulente di IDM Südtirol Alto Adige. Ha assistito una dozzina di progetti di ricerca e sviluppo nel campo delle costruzioni e ha fornito 350+ servizi di consulenza tecnologica.
Ha seguito e coordina attualmente la partecipazione a bandi e la gestione di progetti nell’ambito di programmi di finanziamento locali, nazionali ed europei quali: Legge provinciale Bolzano 13 dicembre 2006, n. 14 ”Ricerca e innovazione”, Fondo sociale europeo (FSE), Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Industria 2015 (Ministero dello Sviluppo Economico – MISE), Programma Operativo Interregionale (POI) “Energie rinnovabili e risparmio energetico”, Central Europe, Alpine Space, COST, Interreg Italia-Austria, Interreg Italia-Svizzera.
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