L’innovazione tecnologica nello sport.
La storia dello sport è accompagnata dai progressi della tecnologia. Anche nei giochi olimpici in corso di svolgimento a Londra le innovazioni sono all’ordine del giorno: i pantaloncini che portano le gambe dei ciclisti inglesi a 38° C, Human Tecar, una nuova tecnologia poco invasiva che sfrutta radiazioni e microonde per il massaggio (sviluppata con il supporto del Coni), la bicicletta Dogma 2 di Pinarello (realizzata a Villorba, Treviso), utilizzata dalla squadra inglese di ciclismo, il Nike Fuelband, un braccialetto che, caricato con i tuoi dati (altezza, peso, età) ti monitora tutto il giorno fornendoto i dati di calorie, passi e che brilla quando hai raggiunto i tuoi “goal” giornalieri.
Per queste e altre notizie sull’innovazione a Londra 2012 Vi rimando agli articoli appassionati di Luca Corsolini all’interno del blog CheFuturo!
Scarpa lo dici a tua sorella
Che la tecnologia sia al passo con lo sport è evidente per esempio con l’evoluzione delle calzature sportive.
La nuova Adidas lanciata in edizione limitata (2012 paia) per le Olimpiadi, Adizero Primeknit, è una scarpa da running pensata con i colori delle Olimpiadi e una tecnologia di assemblaggio completamente innovativa: è infatti la prima scarpa con la tomaia tutta di un pezzo solo, assemblata senza cuciture, il che permette di avvolgere al meglio il piede con comfort e leggerezza, e di ridurre gli scarti in fase di produzione.
Wildfire è invece la nuova scarpa di Salewa per le arrampicate in montagna. La tecnologia MFF (Multi Fit Foodbed) è diventata MFF+ così da garantire un’aderenza anatomica tridimensionale per l’intera lunghezza della scarpa. La superficie liscia esterna della scarpa è rinforzata da una struttura a rete con l’innovativa tecnologia EXA SHELL, che dà leggerezza e resistenza. Con questo prodotto Salewa, insieme alla tenda Caspule Zoom, ha conquistato tre Industry Awards 2012 alla fiera OutDoor di Friedrichshafen, l’evento espostivo più importante per il comparto europeo degli sport di montagna.
In tema di calzature non si può non parlare di MBT. “Scarpa lo dici a tua sorella”, è l’efficace claim italiano (“The Anti-Shoe”, nella versione originale).
Nel 1996 la svizzera MBT ha introdotto, prima sul mercato, una categoria di scarpe completamente nuova, “calzature fisiologiche”, caratterizzate dalla tecnologia Masai Barefoot, una tecnologia che rivoluziona il modo di camminare. Karl Müller, dopo diversi anni passati a studiare biomeccanica e fisiologia, ebbe l’idea iniziale mentre soggiornava in Corea. Provando su di sé diverse terapie per guarire da fastidiosi disturbi alla schiena, scoprì che passeggiando scalzo nelle risaie riusciva ad alleviare i dolori. Rientrato in Svizzera, Müller si dedicò allo studio e allo sviluppo di una tecnologia di calzature che ricreasse l’instabilità dei terreni soffici e naturali. Grande importanza nelle sue ricerche rivestì la popolazione dei Masai (che vive tra il Kenya e la Tanzania). Müller notò come i componenti di questa tribù erano praticamente immuni da qualsiasi dolore alla schiena. Non indossano le scarpe tradizionali e possono camminare su superfici morbide come la sabbia, attivando anche quella parte di muscolatura normalmente trascurata camminando su terreni duri e piatti. Qual è il segreto delle MBT? Le tre suole: una rigida, a contatto col piede; una intermedia, che serve come «area di bilanciamento», sotto cui è posto il Masai Sensor, che crea una instabilità per cui il corpo è costretto a bilanciarsi con un movimento muscolare; e infine la suola esterna, a contatto col suolo, in cinque differenti profili. Detto altrimenti: la scarpa crea una sorta di movimento ondulatorio, obbligandoti a mantenerti in equilibrio da solo.
Un ultimo esempio di innovazione, anche in questo caso “disruptive”, è la “calzatura con le dita”, la Fivefingers di Vibram.
Vibram è una grande storia imprenditoriale italiana (200 milioni € fatturati nel 2011), iniziata nel 1937 ad Albizzate (Varese) da Vitale Bramani (da qui Vi-Bram) attivo nel campo dell’alpinismo e nota guida alpina, al quale capitò nel 1935 di assistere ad una tragedia sulle Alpi Occidentali (Punta Rasica) che portò alla morte di sei scalatori per assideramento. All’epoca si arrampicava con pedule di corda che venivano calzate, al posto dei classici scarponi chiodati da avvicinamento, quando si giungeva ai piedi della parete da scalare (dove appunto si lasciavano gli scarponi da recuperare al ritorno). Nel caso della tragedia della Rasica, gli scalatori sulla via del ritorno erano stati colti dal maltempo quando ancora calzavano le pedule e si erano trovati inaspettatamente sul ghiacciaio lontani dai loro scarponi. Compreso come tale incidente fosse stato causato dell’inadeguatezza delle calzature impiegate, Bramani si impegnò, con l’aiuto di Leopoldo Pirelli, nello sviluppo di un nuovo tipo di suola (la prima in gomma vulcanizzata) che permettesse di costruire degli scarponi in grado di consentire non solo l’avvicinamento alla montagna ma anche la scalata delle pareti di roccia.

Certo, può far storcere il naso dal punto di vista del design, ma Fivefingers stata citata dal Time Magazine come una delle migliori invenzioni del 2007. Fivefingers è un “guanto da piede”, che rivoluziona il concetto della camminata a piedi nudi. Parlo di innovazione dirompente (disruptive) perché qui si tratta di un vero e proprio cambiamento di significato, come analizzato da Roberto Verganti nel suo blog collegato al libro Design Driven Innovation. Ovvero, dal vecchio significato di “il piede umano per raggiungere il benessere e le prestazioni sportive, necessita del massimo supporto fornito da calzature dalla tecnologia complessa” a “il piede umano ha bisogno del minimo supporto funzionale della calzatura”. Insomma, “il piede è la scarpa”, non “il piede e la scarpa” … !
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