Domenica 16.11 sera su RaiUno è andato in onda Behind the Label (2011), l’ottimo documentario sulla “doppia faccia” della coltivazione del cotone in India prodotto da Barbara Ceschi a Santa Croce e diretto da Sebastiano Tecchio. Behind the Label è un documentario importante perché in circa cinquanta minuti riesce a far conoscere una storia ignota ai più, la storia di un attentato al territorio, con conseguenze devastanti dal punto di vista ambientale ma soprattutto sociale, nell’indifferenza totale del governo, dei media, del mondo.
L’obiettivo è quello di indurre le persone che acquistano una camicia, una maglietta, un qualsiasi indumento di cotone, a chiedersi se anche loro non contribuiscano ad arricchire un mercato che trae le sue basi da un uso indiscriminato delle risorse naturali a nostra disposizione, impoverendole inesorabilmente. L’obiettivo è quello di dimostrare che il 90% della coltivazione del cotone OGM si può ridurre sensibilmente permettendo a quella biologica di aumentare fino ad almeno un 50%, con conseguente aumento della qualità della vita di tutti. Attraverso testimonianze autorevoli (Vandana Shiva su tutti) vengono smascherati i danni irreversibili provocati dalle strategie commerciali di Monsanto in India. Il film si può rivedere qui, in streaming o acquistandolo.
Per approfondire, vedi anche lo studio di Greenpeace Picking Cotton, su “The choice between organic and genetically-engineered cotton for farmers in South India”.
A seimila km di distanza Re-Bello, startup incubata presso il TIS innovation park di Bolzano nel 2011, è ormai un’azienda in forte espansione, con un marchio offerto in più di 250 punti di vendita in Italia, Austria, Svizzera, Germania, Benelux e Giappone. Re-Bello (Comfort by Nature) ha saputo coniugare sostenibilità ed un design moderno e piacevole. L’azienda di Daniel Tocca, Daniel Sperandio ed Emanuele Bacchin produce e commercializza T-shirt, felpe e abbigliamento in eucalipto (62% della produzione), bambù (32%) e lana riciclata (6%). Materiali rapidamente rinnovabili ma soprattutto certificati secondo rigorosi protocolli di sostenibilità della produzione tessile:
Global Organic Textile Standard (GOTS): leader mondiale nella definizione degli standard di lavorazione tessile di fibre organiche, inclusi criteri ecologici e sociali.
Organic Content Standard è un certificato emesso dell’ente internazionale TextileExchange il quale, appoggiandosi a enti di certificazione terzi quali Soil Association, garantisce che il prodotto contiene una certa percentuale di cotone organico.
Tencel ®: più che un certificato, il Tencel ® è un brevetto registrato sul processo di produzione della fibra di eucalipto.
OEKO-TEX ® Standard 100: sistema di controllo e certificazione indipendente per tutto il mondo tessile dalle materie prime, ai semilavorati fino ai prodotti finiti in tutte le fasi di lavorazione.
Fair Wear Foundation: organizzazione non-profit indipendente che lavora in stretto contatto con aziende e fabbriche con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavori di operai e lavoratori in genere occupati nell’industria tessile.
Cardato regenerated co2 neutral è il primo prodotto tessile certificato a ” zero emissioni”.
Insomma, un’altra via all’abbigliamento sostenibile, trainato da scelte responsabili del consumatore e certificato da enti terzi imparziali. Uno studio di goodpurpose® (Edelman) basato su un sondaggio tra 8.000 consumatori in 16 nazioni europee, ha messo in luce che la maggior propensione di acquisto legato ad aspetti di interesse globale, è relativa alla sostenibilità ambientale (una priorità per l’88% degli intervistati). Analogo è il risultato della Styling Sustainability Survey di Sustainable Brands, per il quale chi acquista abbigliamento tiene conto della sostenibilità nel 70% dei casi.
Perché invece di fatto gli acquisti “green” sono ancora marginali? Perché i consumatori non si fidano delle spesso false dichiarazioni delle aziende sull’impatto ambientale dei loro prodotti. Per questo sono importanti le dichiarazioni certificata da enti terzi, come EPD, ecc. Ma il cambiamento più importante è che iniziamo stabilmente, quando prendiamo in mano un capo di abbigliamento in uno dei negozi o dei grandi magazzini (in genere frequentatissimi dai giovani) a chiederci «Da dove viene questo prodotto? Come è stato realizzato? Da dove provengono le materie prime e come sono state coltivate?» Ma soprattutto «Ne ho veramente bisogno?» Ricordate la dirompente pubblicità di Patagonia «Non comprate questa giacca» … ? Uscito sul New York Times nel periodo del giorno del Ringraziamento 2011, il messaggio era «Pensate all’impatto ambientale dei nostri prodotti e comprate di meno». C’era anche un video di circa mezzora “Worn Wear” proiettato negli store Patagonia. Risultato? + 40% nelle vendite nei due anni successivi. La trasparenza paga 🙂
Behind the Label | What lies behind the spread of genetically modified plants in cotton cultivation in India? Who benefits from it? Is biotechnology really the solution for the development of Third World Countries? Who or What is Behind the Label? India is one of the largest countries in the world, and it is the second largest producer of fibre textiles that are used by billions of men and women from all over the world for an endless variety of daily needs.
In just nine years, promising prosperity for Indian farmers, seeds produced by the multinational company Monsanto, have completely dominated the Indian cotton-growing market […]
Re-Bello is joy for life. That is how they see Re-Bello and how they started their business. They are three young entrepreneurs that have started this venture for people like them, people that enjoy life and love the world around us. This philosophy is what they try to transmit to their co-workers, suppliers and customers. For the same reason they have decided to use only eco-sustainable fibers for their products and to employ the most comfortable textiles for each garment […]