Sustainability World Championship.

La classifica di RobecoSAM.

2013_08_28 immagine 01Che la Svezia possa essere definita la nazione più ‘sostenibile’ del mondo potrebbe trovare d’accordo molte persone: attenzione per l’ambiente, impiego massiccio di risorse rinnovabili, qualità del welfare leggendaria. Certo meno immediato è pensare che a un ipotetico campionato mondiale della sostenibilità si classifichi seconda l’Australia e (addirittura) sesto il Regno Unito… ! Ma, per cominciare, chi ha stilato questa classifica? La graduatoria Country Sustainability Ranking è contenuta nel report ‘Measuring Country Intangibles’, frutto dell’analisi svolta, annualmente dal 2008 a oggi, da RobecoSAM, che è una società svizzera di investimenti focalizzata nell’ambito della sostenibilità. In collaborazione don Dow Jones, RobecoSAM pubblica i Dow Jones Sustainability Indices (DJSI), riconosciuti internazionalmente. RobecoSAM, fondata nel 1995, basa i propri servizi sulla convinzione che l’impegno verso la sostenibilità rafforza la capacità di un’azienda di prosperare, creare un vantaggio competitivo sul mercato e aumentare il valore per i propri azionisti e il contesto nel quale opera.

Come tutte le classifiche di questo tipo, i criteri possono essere considerati discutibili, ma il segnale importante che emerge è che la credibilità e la solidità anche finanziaria delle aziende cominciano davvero ad essere valutate sulla base di criteri di sostenibilità (ambientale, economica e sociale) in linea con la triple bottom line del Rapporto Brundtland del 1987. E su queste analisi cominciano a basarsi sempre più frequentemente le valutazioni dei potenziali investitori.

2013_08_28 immagine 04Tornando allo studio elaborato da Robeco SAM, l’analisi prende in esame 59 paesi (21 sviluppati e 38 emergenti) sulla base di un sistema di fattori ambientali, sociali e di governance considerati rilevanti per gli investitori. Ci sono 17 indicatori, ciascuno dei quali basato su sub-indicatori e varie serie di dati. Ogni indicatore ha un peso diverso. I punteggi finali per ogni nazione sono espressi con uno score da 1 a 10 (10 è il valore più alto). I risultati offrono un’interessante prospettiva soprattutto sui rischi e le opportunità associate a ogni nazione (meno sostenibilità = più rischio a investire associato a un potenziale minore sviluppo del business, in sintesi !) consentendo agli investitori di confrontare un paese con un altro.

Molto peso viene data alla governance (60%) mentre gli aspetti sociali hanno un peso del 25% e quelli ambientali del 15% (un po’ poco, potrebbe essere la prima obiezione …).

I 17 indicatori e i pesi correlati sono in sintesi i seguenti:

  1. Environmental Status (5%)
  2. Energy (5%)
  3. Environmental Risk (5%)
  4. Social Indicators (10%)
  5. Human Development (10%)
  6. Strikes & Lockouts (5%)
  7. Liberty & Inequality (10%)
  8. Competitiveness (10%)
  9. Political Risk (10%)
  10. Effectiveness (2.5%)
  11. Rule of Law (2.5%)
  12. Accountability (2.5%)
  13. Corruption (2.5%)
  14. Stability (2.5%)
  15. Regulatory Quality (2.5%)
  16. Aging (10%)
  17. Institutions (5%)
2013_08_28 immagine 03
Centrale elettrica a Xuzhou (Cina)

Per ogni indicatore ci sono come dicevo diversi sub-indicatori, ad esempio lo stato ambientale (Environmental Status) si basa sul livello di emissioni e sulla bio-diversità. L’indicatore sull’energia si basa sul consumo di energia e sull’impiego di risorse energetiche rinnovabili, e così via. Complessivamente il sistema di valutazione si basa su più di 250 diverse serie di dati. Il sistema di calcolo si sviluppa poi in modo abbastanza complicato attraverso 6 passaggi con l’obiettivo di avere un risultato statistico adeguatamente ponderato.

La classifica 2013 vede in definitiva la seguente graduatoria:

  1. Sweden (8.25/10)
  2. Australia (7.87)
  3. Switzerland (7.83)
  4. Denmark (7.71)
  5. Norway (7.68)
  6. United Kingdom (7.57)
  7. Canada (7.53)
  8. Finland (7.36)
  9. United States (7.27)
  10. Netherlands (7.22)

La Germania è al 15° posto (6.71), la Francia al 19° (6.20), l’Italia al 22° (5.94), la Spagna al 31° (5.46) e così via. In coda alla classifica:

  • 45. Brazil (4.63)
  • 46. Ukraine (4.46)
  • 47. India (4.44)
  • 48. Cina (4.36)
  • […]
  • 55. Russia (3.85)
  • 56. Indonesia (3.84)
  • 57. Venezuela (3.35)
  • 58. Egypt (3.34)
  • 59. Nigeria (2.51)
Trash in Indonesia

È interessante notare come sul sito di BusinessGreen siano già iniziati i commenti dei lettori di tutto il mondo, che magari denunciano qualche spinta campanilistica … ma che comunque sembrano pertinenti, specie in merito ai parametri utilizzati. Di seguito ne riporto alcuni:

‘If Australia is ranked No.2 in sustainability the word has lost all its meaning unfortunately!’

‘Another example of the misuse of the word sustainable. Any country living beyond its means is by definition not sustainable. That is almost all developed nations!’

‘Norway has 98% hydro generation with zero carbon footprint, I hope it’s above UK!!!’

‘Closer inspection of the report reveals the mystery of how Australia made #2 – 60% of score comes from governance, 25% social, and only 15% from environmental factors….’

‘Surprised but pleased to hear that the UK is the 6th most sustainable country in the world.’

‘Sweden has an ecological footprint of almost 6, and can therefore by definition not be called sustainable. Rubbish report.’

2013_08_28 immagine 05RobecoSAM is an investment specialist focused exclusively on Sustainability Investing. Its offerings comprise asset management, indices, private equity, engagement, impact analysis and sustainability assessments as well as benchmarking services. Robeco also has a long tradition of practicing and advocating Sustainability Investing principles. RobecoSAM was founded in 1995 out of the conviction that a commitment to corporate sustainability enhances a company’s capacity to prosper, ultimately creating competitive advantages and stakeholder value.

The country sustainability framework evaluates 59 on a broad range of Environmental, Social and Governance factors that RobecoSAM considers to be relevant for investors. It consists of 17 indicators, each of which is based on various data series, or sub-indicators. Each indicator is assigned a predefined weight out of the total framework. The resulting scores offer insights into the investment risks and opportunities associated with each country, and allow investors to compare countries to each other.

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