
La vita breve di cellulari e lavatrici. Uno studio tedesco: strategia per aumentare le vendite ai danni dei consumatori. Non è capitato anche a Voi che l’apparecchio, l’utensile, l’elettrodomestico, il personal computer (sigh …) si rompessero (irreparabilmente) poco dopo la scadenza della garanzia? O di subodorare che la garanzia così generosa (3-4-5 anni …) della Vostra super elettronica auto giapponese o (sud) coreana fosse calibrata giusto giusto sulla durata reale, senza rotture, del Vostro veicolo? (Tra un’auto con garanzia 1 anno e una con garanzia 3 anni a parità di condizioni quale acquistereste … se sapeste – ma nessuno ve lo dirà – che la vita reale della prima è, diciamo 10 anni, e della seconda 5 anni ??). E dei prodotti con batteria non sostituibile (spazzolino elettrico, smartphone, i-Pod) che ne dite? E le stampanti, che costano ormai meno delle loro cartucce? (ma questa è un’altra storia …) Riporto integralmente gli articoli di Andrea Tarquini e Caterina Pasolini (con un’intervista al presidente di Altroconsumo) su La Repubblica del 21.03.2013.

La lavatrice non gira più, la tv non rende più fedelmente i colori nelle immagini, o all’ improvviso lo schermo resta buio. La lavastoviglie sbaglia i programmi o perde acqua, il frigorifero s’ inceppa. E in ogni caso del genere il tecnico, chiamato d’ urgenza, scuote la testa: «Che vuole, non è più in garanzia». Dite la verità, a quanti di voi è già successo? E quante volte avete avuto il sospetto che elettrodomestici o altri oggetti d’ uso quotidiano (magari anche diverse auto di massa) siano prodotti per rompersi apposta allo scadere della garanzia? Il peggio viene poi dalla successiva osservazione del tecnico o meccanico: «Non le conviene riparare, costa troppo, meglio comprarne uno nuovo». Ora uno studio commissionato dai Verdi tedeschi a scienziati ed economisti per la prima volta dice che purtroppo abbiamo ragione: il principio si chiama ‘obsolescenza programmata‘. Serve a produrre e vendere di più. Pazienza se solo nella Repubblica federale, in qualche anno, lo scherzetto è costato 100 miliardi agli ignari consumatori.

L’ idea di indagare è venuta al gruppo parlamentare degli ecologisti. Un esperto, Stephan Schridde, e il professor Christian Kleiss della facoltà di Economia di Aalen, si sono messi al lavoro studiando una ventina di elettrodomestici e altri prodotti di largo consumo. I risultati sono scoraggianti. Per noi consumatori almeno, non per chi produce e vende di più. È un vecchio trucco, l’ obsolescenza programmata, dice il rapporto. L’ associazione dei produttori di elettrodomestici di qui replica che «se fosse così i consumatori cambierebbero subito marca, e le aziende si rovinerebbero». Ma già nel 1924 i produttori di lampadine conclusero un accordo segreto: produrle perché durassero non più di mille ore. Decenni dopo furono scoperti, ma il divieto di limitarne la vita non è stato mai applicato davvero.

E che dire della tv, davanti a cui ci sediamo ogni sera? Oggi si possono acquistare splendidi televisori ultrapiatti, con telecomandi con mille funzioni e l’ allaccio a internet. Peccato che spesso all’ interno abbiano condensatori elettrolitici di scarsa qualità, che non vivono molto più della garanzia. Un altro caso storico di complotto ai danni del consumatore avvenne con le calze di nylon: quando furono lanciate sul mercato nel 1940 erano così robuste che l’ industria subì un crollo nelle vendite, duravano troppo. I produttori allora si accordarono: modificarono la fibra, e ne misero a punto una più fragile.

Torniamo agli elettrodomestici. Senza lavatrici o lavastoviglie, la vita quotidiana d’ una famiglia sarebbe un inferno, è vero. Pochi sanno però che la loro durata media è crollata, dai dodici anni del 1998 ai sei anni e mezzo attuali, che scendono addirittura a tre anni appena per i prodotti più economici. In spazzolini da denti elettrici, mixer, frullatori, le ruote dentate che li muovono sono troppo fragili per durare quanto vorremmo. Ma anche i nuovi strumenti della comunicazione mobile, dall’ iPod a diversi smartphone, a computer portatili si sono attirati proteste e, negli Usa, anche una class action. Perché le loro batterie non sono sostituibili, al contrario di quanto avviene nei cellulari tradizionali, quindi quando si scaricano bisogna mettere mano al portafogli. Ripararli è impossibile, o troppo difficile e costoso.
Una scelta strategica, dunque. «L’ obiettivo è la massimizzazione della rendita di capitale», afferma Stefan Schridde. E lo studio scritto a quattro mani con Kreiss sottolinea: poiché aumenta le vendite, “la strategia del deterioramento della qualità dei prodotti viene alla fine premiata dall’ aumento degli utili”. Viva chi vende, tanto peggio per chi compra e deve presto ricomprare. Di economia ecologica e sostenibile poi neanche a parlarne.
[Andrea Tarquini, © La Repubblica 21.03.2013]
Meglio scegliere i prodotti che hanno garanzie più lunghe
Roma – «È vero, è una realtà indiscutibile: gli elettrodomestici durano sempre meno, e si rompono più spesso». Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo non ha dubbi.
È una conseguenza della cosiddetta obsolescenza programmata? «Non ho le prove per dire che le aziende calcolino volutamente la rottura dei meccanismi perché avvenga poco dopo la fine della garanzia, ma c’ è un dato reale: una volta una lavatrice durava in media 12 anni ora la metà del tempo. Insomma hanno allungato la garanzia, passata nel nostro paese a due anni, per dimezzare la durata dell’ elettrodomestico. L’ economia dei consumi lancia in continuazione nuovi prodotti, se durassero troppo il mercato si fermerebbe».
Che può fare il cittadino? «Intanto far valere la garanzia, cosa già di per sé non facile visto che in Italia otto negozi su dieci rifiutano di sostituire l’ oggetto rotto nonostante sia dovuto per legge. Poi affidarsi a prodotti che offrono garanzie più lunghe, magari anche parziali».
A livello nazionale? «Copiare l’ Inghilterra dove la garanzia dura a seconda della legittima aspettativa di durata di un prodotto, per una lavatrice anche più di cinque anni. Poi estendere e far rispettare alle aziende l’ obbligo di ritiro e smaltimento dei prodotti elettronici rotti. Ogni ritiro, ogni smaltimento è un costo e forse così li farebbero durare di più».
[Caterina Pasolini, © La Repubblica 21.03.2013]
L’articolo ‘Fatti per non durare‘, sul sito Associazione dei Comuni Virtuosi.
‘Usa e getta‘ di Serge Latouche.
Il documentario seguente ‘Prêt à jeter‘ di Cosima Dannoritzer (in francese).