L’appuntamento periodico con la lista di Forbes delle 100 aziende più innovative del mondo. In testa Salesforce, l’azienda di San Francisco che ha sviluppato la piattaforma di gestione dei clienti CRM (customer relationship management), seguita dalla farmaceutica Alexion. Al terzo posto Amazon. La prima europea è decima, l’azienda di Cambridge ARM, produttrice di microprocessori. La prima del settore delle costruzioni è l’indiana Larsen & Toubro, al 9° posto.
Come avviene la valutazione del ‘tasso di innovazione’? La maggior parte delle classifiche analoghe derivano da interviste fatte ai dirigenti delle maggiori aziende su quali ritengono essere le imprese veramente innovative. Ma le risposte sono per lo più basate sulle prestazioni passate delle aziende stesse, mancando così della proiezione futura del dato. Il metodo applicato da Forbes è in tal senso ‘innovativo’. All’azienda viene assegnato un indicatore chiamato ‘Innovation Premium’ che viene calcolato facendo una proiezione dei profitti dell’azienda (cash flow, in questo caso) dai business attuali, aggiungendo la crescita attesa di quei business, e guardando al valore attuale netto (NPV, net present value) dei cash flow risultanti. Il NPV viene confrontato con la capitalizzazione attuale di mercato (valutazione complessiva che il mercato dà ad un’azienda quotata in borsa = numero azioni emesse x prezzo corrente). Aziende con una capitalizzazione maggiore del NPV possiedono quindi un ‘premio di innovazione’ all’interno del loro valore. Una spiegazione più dettagliata del metodo si trova nel libro The Innovators DNA (Harvard Business Press, 2011), scritto da Jeff Dyer, Hal Gregersen, Clayton M. Christensen.
carlobattisti 