E’ il nostro spauracchio, e abbiamo perso di nuovo. Ma come nasce la maledizione della nazionale lituana di pallacanestro? Quando la Lituania era indipendente (1918-1940) la nazionale lituana partecipò all’Eurobasket 1937 e 1939, vincendoli entrambi. Dopo che la Lituania venne inglobata nell’URSS (1946-1991) il blocco “lituano” all’interno della nazionale fu sempre decisivo, con giocatori come Valdemaras Chomičius, Rimas Kurtinaitis, Šarūnas Marčiulionis, Arvydas Sabonis. Quella sovietica è la seconda migliore nazionale della storia del basket dopo gli Stati Uniti, con 2 ori olimpici nel periodo “lituano”, 3 mondiali e 14 ori europei (di cui 8 di fila negli anni 1957÷1971). Dopo il crollo del muro di Berlino, la Lituania del basket ha vinto un europeo nel 2003, poi un paio di secondi posti nelle ultime due edizioni e un terzo posto nel 2007. Inoltre, un terzo posto ai mondiali del 2010 e tre terzi posti di fila alle Olimpiadi del 1992, 1996 e 2000. Insomma, sicuramente un’ottima squadra, ma non invincibile. Se l’URSS non poteva fare a meno dei lituani, la Lituania da sola non riesce a ripercorrere lo strapotere dello squadrone sovietico.
Ma noi non riusciamo a batterla. La nazionale lituana di basket non perde da undici anni contro l’Italia. 8 vittorie su 8 incontri nelle fasi finali degli Europei. Questa volta a Lille, in Francia, il 16 settembre abbiamo perso 95-85, dopo aver tenuto testa a testa fino ai supplementari. La volta precedente vinsero 81-77, era il 19 settembre 2013 e si giocava anche in quel caso un quarto di finale dell’Europeo. “Mi sono rotto le balle di perdere!” – dice Danilo Gallinari.
Contro i lituani è andata comunque in scena una delle partite più belle della storia azzurra. La semifinale delle Olimpiadi di Atene 2004, una raffica di triple di Basile, Galanda e Pozzecco, che ha portato al 100-91 finale e alla storica qualificazione alla finale a olimpica, poi persa contro l’Argentina. E qui, nell’intervista a Gianmarco Pozzecco, c’è qualche elemento, sotto traccia che contiene il segreto della vittoria; anche contro la “bestia nera”.
La Lituania ha 3,3 milioni di abitanti (l’Italia 60,7 milioni, 18 volte tanto) e un quinto della superficie del nostro paese. I nazionali di basket provengono soprattutto dalle squadre di Vilnius e Kaunas, che si sono spartite tutte le edizioni finora disputate del campionato, dal 1993 in poi (17 scudetti per lo Žalgiris Kaunas, 5 per lo Lietuvos rytas). La stella è Jonas Valanciunas: il centro dei Toronto Raptors è l’unico rappresentante NBA del gruppo.

Nella nazionale italiana giocano ben quattro cestisti NBA: Luigi Datome, 27 anni (ex Boston Celtics) – peraltro infortunatosi durante l’europeo, Danilo Gallinari, 27 anni (Denver Nuggets), Andrea Bargnani, 29 anni (Brooklyn Nets) e Marco Belinelli, 29 anni (Sacramento Kings) primo e unico italiano ad aver vinto il titolo NBA, nella stagione 2013-2014 con i San Antonio Spurs. La nazionale non ha mai avuto un tasso tecnico così alto. Ma il tempo passa … riusciremo mai a batterli davvero?
PS – (commento di Andrea Fronk, 04.10.2015): perché la Lituania è una squadra che vive di organizzazione, dove ognuno ha un compito preciso da svolgere. Ogni giocatore porta un mattoncino per costruire il risultato, tutti sono importanti e nessuno è essenziale. Ognuno sa fare poche cose, ma alla perfezione. L’Italia vinse ad Atene con qualcosa come 19 triple, statistiche che capitano una volta ogni 20 anni e con un gioco frutto del solo talento individuale: a parità di talento, a quei livelli, è l’organizzazione a fare la differenza in una competizione (su singola gara possono ancora essere decisive le giocate dei singoli). Senza contare che in Lituania il basket conta quanto il Dalai Lama per un tibetano!