Will biomimicry save us?
Con biomimesi si designa la disciplina, di recente formalizzazione, che studia e imita le caratteristiche degli esseri viventi come modello cui ispirarsi per il miglioramento di attività e tecnologie umane. L’etimologia è trasparente: da una parte il prefisso bio-, in uno dei suoi quattro principali significati, vale a dire quello più antico di ‘relativo alla vita, agli organismi viventi’ (dal greco bíos ‘vita’); dall’altro mimesi ‘imitazione’, che ci viene dal greco attraverso il latino. [Treccani]
Questo termine presto entrerà definitivamente nei dizionari della lingua italiana, vista la crescente diffusione della disciplina, ampiamente documentata dalle occorrenze reperite in rete. Biomimesi è il titolo del testo di riferimento in materia: ‘Biomimicry‘ di Janine Benyus [Harper Collins, 1997] un libro che ha già sedici anni e che colpisce per l’accuratezza delle informazioni, la completezza dei casi presentati e soprattutto per una visione strategica della sostenibilità così convincente, che potrebbe renderlo di fatto ‘il’ libro sulla sostenibilità tout-court.

dalla bardana al Velcro
Una sostenibilità operativa (vicina all’industrial ecology e al Natural Capitalism), non ideologica, con casi concreti e concetti dirompenti che sono successivamente entrati nella conoscenza comune come ad esempio ‘Use waste as a resource’ (usa i rifiuti come una ricorsa) una delle assunzioni principali del sistema di certificazione Cradle to Cradle. Non sono ancora molti i libri che parlano di biomimesi e non ci sono testi in italiano (e ad esempio il testo della Benyus non è stata ancora tradotto). Ma basterebbe il solo capitolo 7 del libro ‘How will we conduct business?’ per illuminare le nostre strategie di sviluppo sostenibile. Partendo dagli esempi della natura, J. Benyus ci dice che è un business ‘green’ è non solo possibile ma auspicabile, se poggia su 10 principi, nei quali troviamo l’ispirazione di molte scuole di pensiero e scenari di sostenibilità che si stanno imponendo da una decina d’anni a questa parte:
- Use waste as a resource. Da un sistema di produzione industriale ‘lineare’ (estraggo le materie prime, trasformo, produco, allontano i rifiuti) ad uno ‘ciclico’ (dove non produco più rifiuti).
- Diversify and cooperate to fully use the habitat. Più cresce la complessità del sistema, maggior cooperazione è necessaria ad esempio tra le aziende per razionalizzare i rispettivi cicli produttivi.
- Gather and use energy efficiently. L’efficienza energetica combinata con la produzione di energia da fonti rinnovabili.
- Optimize rather than maximize. Puntare alla qualità dei prodotti piuttosto che alla quantità.
- Use materials sparingly. Green design: fare di più con meno (risorse). Da una società basata sul possesso (degli oggetti) a una basata sui servizi (quando servono).
- Don’t foul their nests. Non produrre e rilasciare nell’ambiente sostanze tossiche !
- Don’t draw down resources. Due importanti corollari: a – non utilizzare risorse da fonti non rinnovabili più velocemente di quanto si possano sviluppare validi sostituti; b – non utilizzare risorse da fonti rinnovabili più velocemente della loro capacità di rigenerarsi.
- Remain in balance with the biosphere. Equilibrio nel ciclo della biosfera (emissioni di CO2, gas serra, riduzione dell’ozono).
- Run on information. Consolidare comunità green in grado di avviare efficaci azioni finalizzate alla sostenibilità tramite processi decisionali (anche politici, e a livello locale) veloci.
- Shop locally. I prodotti ‘a km zero’, dall’alimentare ai materiali per le costruzioni.

Se la teoria del caos ha trasformato la nostra visione dell’universo, la biomimesi sta trasformando la nostra vita sulla Terra. Biomimesi (o biomimetica) è quindi l’innovazione ispirata alla natura, che conta su 3,8 miliardi di anni di Ricerca e Sviluppo (!) sin dai primi batteri. Da qui il nome dell’istituto fondato e diretto da Janine Benyus, Biomimicry 3.8 Institute nel cui sito si possono trovare schedate più di 1.600 strategie classificate secondo la tassonomia della biomimesi. La biomimesi studia pertanto le migliori idee derivate dalla natura, quali: la fotosintesi, il potere del cervello, le conchiglie, per poterle adattare all’uso umano.
If chaos theory transformed our view of the universe, biomimicry is transforming our life on Earth. Biomimicry is innovation inspired by nature – taking advantage of evolution’s 3.8 billion years of R&D since the first bacteria. Biomimics study nature’s best ideas: photosynthesis, brain power, and shells – and adapt them for human use. They are revolutionising how we invent, compute, heal ourselves, harness energy, repair the environment, and feed the world. Science writer and lecturer Janine Benyus names and explains this phenomenon. She takes us into the lab and out in the field with cutting-edge researchers as they stir vats of proteins to unleash their computing power; analyse how electrons zipping around a leaf cell convert sunlight into fuel in trillionths of a second; discover miracle drugs by watching what chimps eat when they’re sick; study the hardy prairie as a model for low-maintenance agriculture; and more. [Amazon].
Janine Benyus is a natural sciences writer, innovation consultant, and author of six books. Benyus has evolved the practice of biomimicry, consulting with sustainable business, academic, and government leaders, serving on the Eco-Dream Team at Interface, Inc., and conducting seminars about what we can learn from the genius that surrounds us. In 1998, Benyus co-founded an education and innovation practice called Biomimicry Guild. Through workshops, research reports, biological consulting, and field excursions, the Guild helps innovators learn from and emulate natural models. Benyus is creating the Biomimicry Design Portal — a public database of biological literature organized by design function. She is also developing a “biology-taught-functionally” course for engineers and designers, the only biology most will encounter in their university education.
Di seguito: un’altra presentazione TED sulla biomimesi: Angela Belcher. With a bachelors in Creative Studies and a Ph.D. in Inorganic Chemistry, Angela Belcher has made a career out of finding surprising and innovative solutions to energy problems.
3 thoughts on “Ci salverà la biomimesi?”