C’è il Salone del Mobile a Milano ed il Corriere è uscito con due pagine di approfondimento sulla situazione del mercato e sull’uso dei materiali. L’Italia è ancora seconda al mondo nell’industria mondiale del mobile (dopo la Cina) e resta prima in Europa, e prima assoluta per i prodotti di qualità.
4 belle interviste nell’inchiesta sulle aziende che rappresentano l’eccellenza italiana: Abet di Lissone, che produce imbottiture per divani, ecc. (fondata a fine anni 50), Vefer, che realizza prodotti analoghi e ha sviluppato un software per valutare giornalmente la posizione finanziaria dei suoi clienti italiani (!), Fantoni, nata facendo gambe di legno per i mutilati del ’15-’18 e che ora dai mobili per ufficio è passata alle centrali idroelettriche sul Piave per alimentare la propria produzione, infine Abet Laminati di Bra, 810 persone ed export in tutto il mondo.
“Cuneo, Brianza, Udine. L’Italia del mobile resiste.” (Corriere 16.04.2012)
Ma nonostante la nostra produzione, e la vastità del territorio forestale (superiore a quello della Germania) l’Italia è il primo importatore al mondo di legna da ardere e tra i primi in Europa di legno lamellare. Non utilizziamo il nostro notevole patrimonio boschivo e sfruttiamo poco la sua ricrescita annuale (20% contro una media europea del 66%).
“Usare meglio il legno” (Corriere 16.04.2012)
Noi, che a metà del ‘700, operosi costruttori di flotte e chiese, abbiamo per primi associato al trattamento delle foreste il termine “sostenibile”.